12/12/2022
A cura di Samuele Marcucci
Nei mesi scorsi è stato firmato il contratto per l’avvio dei lavori di realizzazione e gestione del Polo Strategico Nazionale (PSN), secondo la tempistica prevista dal PNRR. La missione 1, componente 1, investimento 1.1 dedicata alle infrastrutture digitali prevede la trasformazione digitale della PA secondo un approccio cloud first, orientato alla migrazione dei dati e degli applicativi informatici delle singole amministrazioni verso un ambiente cloud. Questo processo ha l’obiettivo di razionalizzare e consolidare molti dei data center oggi distribuiti sul territorio, a partire da quelli meno efficienti e sicuri: il 95 per cento dei circa 11mila data center utilizzati dagli enti pubblici italiani presenta oggi carenze nei requisiti minimi di sicurezza, affidabilità, capacità elaborativa ed efficienza.
Questo investimento prevede due modelli diversi e complementari di intervento. In funzione dei requisiti di performance e scalabilità e della sensibilità dei dati coinvolti, le amministrazioni centrali potranno migrare sul Polo Strategico Nazionale – PSN, localizzata sul territorio nazionale e all’avanguardia in prestazioni e sicurezza, oppure migrare sul cloud “public” di uno tra gli operatori di mercato precedentemente certificati.
Già con l’art. 35 del d.l. n. 76/2020 si era impegnata la Presidenza del Consiglio dei ministri a promuovere lo sviluppo di un’infrastruttura ad alta affidabilità localizzata sul territorio nazionale per la razionalizzazione e il consolidamento dei Centri per l’elaborazione delle informazioni a cui le pubbliche amministrazioni migrano i rispettivi data center informatici. La finalità è quella di tutelare l’autonomia tecnologica del Paese, consolidare e mettere in sicurezza le infrastrutture digitali delle pubbliche amministrazioni garantendo la qualità, la sicurezza, la scalabilità, l’efficienza energetica, la sostenibilità economica e la continuità operativa dei sistemi e dei servizi digitali. Spetta all’Agenzia per l’Italia digitale (AgID) effettuare con cadenza triennale il censimento dei Centri di elaborazione dati e definire nel Piano triennale per l’informatica nella pubblica amministrazione la strategia di sviluppo delle infrastrutture digitali delle amministrazioni e la strategia di adozione del modello cloud per la PA.
Nel settembre 2021 è stata presentata la Strategia Cloud Italia, che approfondisce aspetti strategici per il percorso di migrazione verso il cloud di dati e servizi digitali delle amministrazioni. La creazione del PSN è uno dei tre obiettivi fondamentali previsti dalla Strategia Cloud Italia, insieme alla classificazione dei dati e dei servizi pubblici da parte dell’Agenzia per la cybersicurezza nazionale e la migrazione verso il cloud di dati e servizi digitali della pubblica amministrazione. Le amministrazioni interessate ai servizi sono state suddivise in tre gruppi: il primo è costituito da 95 amministrazioni centrali e 80 ASL che devono essere migrate con urgenza perché le cui infrastrutture sono considerate insicure e critiche; il secondo riguarda 13 amministrazioni centrali che dispongono di infrastrutture sufficientemente sicure e quindi in grado di erogare servizi strategici in autonomia; il terzo è composto da 93 amministrazioni centrali con una domanda non significativa di infrastrutture informatiche e dalle principali amministrazioni locali.
Nel luglio 2021 il Dipartimento ha manifestato pubblicamente l’esigenza della creazione di un Polo Strategico Nazionale, attraverso l’avvio di un partenariato pubblico-privato ad iniziativa di un soggetto proponente e nei mesi successivi ha ricevuto proposte da tre diversi soggetti.
Alla fine del dicembre 2021 il Dipartimento per la trasformazione digitale ha le proposte di partenariato pubblico privato ricevute e con apposito decreto ha individuato nella proposta della TIM S.p.A., Enterprise Market, in qualità di mandataria della costituenda ATI con CDP Equity S.p.A., Leonardo S.p.A., Sogei S.p.A. quella che rispecchia i requisiti espressi nella policy cloud Italia presentata a settembre. Infatti, come si evince dal Decreto, questa <<si caratterizza per essere matura, completa e innovativa sotto il profilo tecnologico, presentando inoltre il vantaggio di una possibilità di attuazione estremamente rapida>>. Il progetto di fattibilità, come emerge sempre dal Decreto, propone una soluzione idonea a garantire la sufficiente autonomia da fornitori extra UE nella gestione e nel controllo di indirizzo del PSN e a garantire il controllo sui dati in conformità con la normativa in materia, nonché a rafforzare la possibilità della PA di negoziare adeguate condizioni contrattuali con i fornitori di servizi di Public Cloud; inoltre sotto il profilo dell’autonomia strategica nazionale, la proposta offre una soluzione migliorativa rispetto ai modelli presi in considerazione dalla stessa Strategia Cloud Italia, in quanto opera direttamente in un ambiente dedicato e destinato esclusivamente all’erogazione dei servizi verso la PA, secondo il modello del Public Cloud PSN Managed (Managed Region). La proposta infine fornisce adeguati dettagli in merito all’erogazione del servizio e la mitigazione dei rischi operativi legati alla gestione della sicurezza informatica.
Il 28 gennaio 2022 è stato pubblicato il bando per la realizzazione del PSN. La procedura è affidata a Difesa Servizi S.p.A., società in house del Ministero della Difesa, in qualità di centrale di committenza e bandita con la vigilanza collaborativa dell’Autorità Nazionale Anticorruzione (Anac). L’operatore economico selezionato dovrà costituire una società che sarà sottoposta alla disciplina nazionale in materia di golden power.
Il 22 giugno 2022 è stata aggiudicata la gara europea che prevede la realizzazione e la gestione del Polo Strategico Nazionale. Il progetto su cui si è basata la gara, con base d’asta pari a 4,4 miliardi di euro, è stato approvato dal Dipartimento per la trasformazione digitale a dicembre 2021. L’operatore economico promotore del progetto di costituzione del Polo Strategico Nazionale ha esercitato il diritto di prelazione previsto dalla procedura di partenariato pubblico privato, impegnandosi ad adempiere le obbligazioni contrattuali alle medesime condizioni offerte dall’aggiudicatario. La comunicazione dell’esercizio del diritto di prelazione è pervenuta a Difesa Servizi S.p.A., società in house del Ministero della Difesa in qualità di centrale di committenza della gara europea, nonché al Dipartimento per la trasformazione digitale in qualità di stazione appaltante, il 7 luglio 2022.
In agosto è stato quindi firmato il contratto per l’avvio dei lavori di realizzazione e gestione del Polo Strategico Nazionale, secondo la tempistica prevista dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, e le caratteristiche di sicurezza e sovranità dei dati definite nella Strategia Cloud Italia. La firma è avvenuta tra il capo del Dipartimento per la trasformazione digitale e il rappresentante legale della società di nuova costituzione – partecipata da TIM, Leonardo, CDP Equity e Sogei – secondo quanto previsto dagli atti della procedura di gara europea, gestita dalla centrale di committenza Difesa Servizi e dal Dipartimento in qualità di stazione appaltante.
La prelazione esercitata da Tim S.p.A. è quella prevista dall’articolo 183, comma 15 del Codice dei contratti pubblici (D.lgs. 50/2016) laddove prevede che se il promotore del progetto di partenariato pubblico-privato non risulta aggiudicatario, può esercitare, entro quindici giorni dalla comunicazione dell’aggiudicazione, il diritto di prelazione e divenire aggiudicatario se dichiara di impegnarsi ad adempiere alle obbligazioni contrattuali alle medesime condizioni offerte dall’aggiudicatario.
In questo caso l’operatore economico promotore del progetto, raggruppamento costituito da Sogei S.p.A., Leonardo S.p.A., C.D.P Equity S.p.A. e Tim S.p.A., in qualità di mandataria, per la parte economica ha offerto una percentuale di sconto medio, sui listini posti a base di gara, del 23,36%. L’’aggiudicazione della gara europea tra le due proposte ricevute è andata quindi all’offerta presentata dal raggruppamento costituito da Aruba S.p.A. e Fastweb S.p.A., in qualità di mandataria, che ha offerto, per la parte economica, uno sconto medio sui listini posti a base di gara del 39,19%. Però, esercitando il diritto di prelazione, il raggruppamento che vedeva Tim S.p.A. come mandataria si è obbligato a rispettare le medesime condizioni offerte dall’aggiudicatario.