di ELISA ROSSO
4 DICEMBRE 2017
Con la digital transformation le aziende di tutti i settori sono tenute a rivoluzionare ed a innovare il proprio modello di business utilizzando inediti software e strumenti digitali per creare nuovi servizi e prodotti.
Conseguentemente, si profilano ulteriori sfide per gli operatori dei diversi settori e gli stessi ambienti IT stanno diventando sempre più vasti ed editano, talvolta, in confusi scenari. Ne deriva la necessità di impiego di tempo e risorse sempre crescenti per riuscire a mantenere costantemente aggiornati i sistemi informativi a livello strutturale e funzionale.
Inoltre, il diffuso convincimento che la risposta da privilegiare, in tempi di crisi economiche, sia il taglio delle spese comporta benefici solo nel breve termine. Infatti, nel lungo periodo, è evidente che ridurre la spesa per l’informatizzazione dei processi (come ad esempio si tende a fare nella sanità) posticipi benefici ed opportunità fondamentali che potrebbero contribuire a ridurre l’eventuale debito, garantendo allo stesso tempo migliori accesso e fruizione dei servizi.
Questo appare ancora più evidente se ci si focalizza su un settore particolare, quello sanitario, che sta assistendo alla trasformazione dei propri strumenti ed applicativi che devono essere resi disponibili a tutti, nel rispetto del combinato disposto degli articoli 3 e 32 della nostra Carta Costituzionale: l’accesso all’innovazione è divenuto parte integrante del diritto alla salute.
Ampliamento dell’offerta sanitaria, interoperabilità e sicurezza dei dati sensibili sono le parole chiave del Manifesto della Digital Health Society (DHS), il movimento per la “sanità digitale” promosso dal Ministro per gli Affari Sociali dell’Estonia, Paese che ha assunto la Presidenza del Consiglio dell’Unione Europea da luglio a dicembre 2017. Tale coordinamento ha come obiettivo principale l’evoluzione della digitalizzazione e il flusso libero di dati in tutto il territorio europeo, superando i limiti territoriali nazionali (e relativi particolarismi). Si tratta di attuare la Quinta Libertà dell’Unione Europea, che va ad aggiungersi alle ormai consolidate libertà di circolazione di capitali, merci, servizi e persone.
Se, dunque, l’Italia ha dichiarato di voler tagliare la spesa informatica della sanità del 10% nel 2018 (dato emerso durante il Forum dell’Innovazione per la salute 2017), a livello comunitario si è sentita l’esigenza di definire un Manifesto per una “sanità intelligente”, muovendo dal presupposto che la digitalizzazione ha il potere di migliorare le condizioni di tutti gli stakeholders (ossia, le parti interessate) del sistema sanitario. Una simile ipotesi applicativa comporterebbe l’utilizzo di grandi quantità di Big data sensibili, informazioni inerenti la sfera privata personale. Si richiederà, dunque, una gestione attenta e responsabile che sia aterritoriale, proprio come aterritoriale è la rete Internet.
Se l’informatizzazione diverrà uno scenario comune, evidenti saranno i vantaggi da ciò derivanti: è il caso dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma, che ogni anno gestisce più di un milione di pazienti: la posta elettronica e i software di collaborazione in cloud computing hanno permesso all’ospedale di eliminare l’hardware presso le proprie sedi, ridurre il carico di lavoro del personale ICT e risparmiare circa il 60% dei costi gestionali e 100 ore al mese nell’area della manutenzione . Risparmio che, peraltro, ha consentito di aumentare gli investimenti nella ricerca.
Per migliorare la diffusione e l’attuazione della “salute digitale” in Europa, la presidenza Estone del Consiglio Europeo ha istituito l’Alleanza Europea per la salute connessa (European Connected Health Alliance – ECHAlliance) quale partner strategico internazionale al fine di sviluppare l’agenda della attività intorno al concetto del “Digital Health Society” (DSH) e promuovere un grande lavoro di collaborazione, un vero e proprio ecosistema, con le principali parti europee interessate che rappresentino cittadini, pazienti, professionisti sanitari, scienziati, aziende sanitarie e start-up, assicuratori, investitori ecc. Questo gruppo di “multi-stakeholders” ha prodotto la “Dichiarazione della società sanitaria digitale”, esprimendo le principali sfide attuali per l’implementazione dell’E-health.
Grazie a questa visione olistica di tutte le parti interessate, la Dichiarazione DHS è concepita per sostenere il lavoro della Commissione europea nel quadro della strategia del mercato unico digitale.
In aggiunta, sono state create delle Task Force DHS che, riunendo gli esperti di alto livello di tutta Europa, dovranno concentrarsi sulle sfide chiave del DHS. In particolare, quattro sono già state create in merito ai seguenti aspetti:
Definizione di una roadmap di convergenza sugli standard di interoperabilità e protocolli per la Tele-sanità (Convergence roadmap on Interoperability standards and Digital TeleHealthcare protocol);
Governance dei dati controllabile direttamente dai cittadini (Data donors and citizen-controlled data governance);
Definizione di un quadro giuridico che faciliti e semplifichi il libero flusso di dati ed il loro riutilizzo (Legal framework facilitating the free flow of data and the 2nd use of data) – principio cardine nella digitalizzazione della Pubblica Amministrazione;
Trasformazione digitale e gestione del cambiamento nelle organizzazioni sanitarie e di assistenza sociale Digital transformation & change management in health and social care organisations).
Il principale obiettivo del Manifesto è quello di generare e promuovere azioni e progetti paneuropei, raccogliendo gli impegni degli stakeholders per progredire concretamente nelle sfide sopra elencate. Deve essere attuato a pieno il diritto dei cittadini di accedere, gestire e controllare i propri dati sanitari elettronicamente in modo comodo e sicuro.
Nel settore sanitario si sente forte l’esigenza di incoraggiare la cooperazione volontaria degli Stati membri nell’attuazione delle innovazioni in materia di salute digitale su scala europea. Certo, gli ostacoli e le barriere ad una completa digitalizzazione sono ancora molti, ma monitorare e misurare l’impatto di queste azioni ed impegni permetterà di rendere tangibile il progresso della digitalizzazione dei sistemi sanitari in tutta Europa.