Perché affrontare l’argomento della regolamentazione dei droni è presto detto:
1) Perché digitando la parola “Drone” sul motore di ricerca ne appaiono alcuni di varie tipologie in vendita, con prezzi che oscillano dai 58€ ai 2310€: droni per le tasche di tutti. Comprarli è facile, farli decollare, quello è apparentemente più difficile. Veniamo al punto seguente;
2) La normativa che li riguarda è di complessa interpretazione – del resto le amministrazioni italiana, europea ed internazionale si muovono con difficoltà, come sempre quando il diritto si trova a dover rincorrere l’evoluzione tecnologica, che nell’ultimo secolo ha raggiunto un’ipertrofica espansione. Si fa riferimento a: ventuno pagine del Regolamento Mezzi Aerei a Pilotaggio Remoto emanato dall’ENAC; sette pagine di “Nota esplicativa ai fini dell’applicazione del Regolamento Mezzi Aerei a Pilotaggio Remoto”; sette pagine della “Bozza per la qualificazione del personale di volo APR”; sette pagine delle “Organizzazioni SAPR riconosciute”, trentaquattro pagine della “Bozza della Circolare NAV”, la “Dichiarazione di Rispondenza al regolamento ENAC Mezzi a Pilotaggio Remoto” e infine le tre pagine della “Nota esplicativa n. 2 criteri applicabili per la valutazione del rischio per operazioni specializzate critiche in scenari misti”. Per ora si tratta “solo” di questo;
3) Lungi dall’essere un argomento viziato dal gusto per la fantascienza come sperano forse i più tradizionalisti, è importante che venga affrontato dal punto di vista giuridico perché rappresenta il nostro presente ed il nostro futuro più prossimo. I droni hanno un amplissimo campo di applicabilità: dai servizi postali alle operazioni militari, dallo scattare fotografie al territorio (così Google Maps ha realizzato il suo servizio) al giornalismo estremo. E’ evidente che le problematiche sono diverse, tutte non meno importanti, e soprattutto che riguardano ognuno di noi. In un regime garantista come il nostro è preferibile un tentativo da parte della dottrina di suggerire al legislatore come regolamentare ex ante piuttosto che sanzionare ex post danni prodotti da lacune di legge; ossia, ricorrendo alla saggezza popolare, è “meglio prevenire che curare”.
Valentina Mira