di Valentina Mira
20/11/15
Mentre il Parlamento europeo ha appena adottato una risoluzione (su iniziativa della Commissione per i Trasporti) invocando delle linee guida per la regolamentazione dell’uso commerciale e ricreativo dei droni, l’idea negli Stati Uniti è che le regole già esistono ma non vengano rispettate.
Così il Governo ha scelto di costituire un registro cui dovranno obbligatoriamente iscriversi i possessori di droni.
Tutti i droni devono essere registrati, anche quelli usati con scopi amatoriali. Lo ha sancito la FAA, l’ente per l’aviazione civile statunitense che, per raggiungere questo obiettivo, istituirà un registro nazionale degli APR.
La mossa è arrivata in seguito al picco di segnalazioni ricevute dalla FAA negli ultimi mesi riguardanti droni in contesti poco sicuri.
“Ne riceviamo sempre di più – queste le parole di Michael Huerta, numero uno dell’agenzia -. Si tratta di un’industria che sta decollando, e questo porta a un’attività sempre più rilevante nello spazio aereo nazionale”.
Un intervento del genere era atteso: da più parti il discorso sulle nuove tecnologie era accompagnato dalla paura dell’anarchia nei cieli ed anche se qualche regola ci sarebbe, finora sono state di difficile applicazione, sia perché i piloti tendono ad ignorarle o a sottovalutarle sia perché le stesse aziende cercano scappatoie per aggirarle.
Così, per esempio, i piloti di aeroplani che hanno chiesto ufficialmente l’installazione sui droni di programmi che impediscano di entrare nelle aeree ristrette non rappresentano l’unica categoria che preme per una normativa: oltre alle possibili interferenze con il traffico aereo, i pericoli sono individuati nel fatto che i droni sono oggetti che possono cadere in testa ad ignari passanti o essere utilizzati per attentare alla privacy di terzi, potendo volare e spiare attraverso finestre ed alti muri di protezione.
Sulla spinta di queste istanze dunque ha agito, negli Stati Uniti, il Dipartimento dei Trasporti, che con il registro dei droni vuole “diffondere la cultura della responsabilità” e non far più sentire i piloti degli UAV immuni dalle possibili conseguenze del mancato rispetto delle regole.
Non tutti i droni, peraltro, saranno sottoposti all’obbligo, ma sarà una task force costituita ad hoc a determinare quali dispositivi saranno esenti perché “a basso rischio”: tra questi naturalmente quei droni assimilabili a giocattoli per leggerezza e portata. Lo stesso organismo dettaglierà gli obblighi da rispettare nel processo di registrazione.
Qui la cronaca e la storia dei droni si mescolano, e obbligatoriamente, poiché la materia è talmente giovane da dover inseguire gli interventi normativi in fieri, e talvolta (come nel caso dei registri in America) ancora in embrione, e doverne prevedere le conseguenze in termini di maggiore o minore giustizia sociale, efficienza ed equità.
Le ultime notizie riguardano appunto la costituzione della suddetta tark force; il 4 novembre la Federal Aviation Administration (FAA) ha presentato la lista dei membri dell’Unmanned Aircraft Systems Registration Task Force, il gruppo che dovrà stabilire modalità e regole per il registro nazionale dei droni.
Questo riguardava l’America, nello specifico gli Stati Uniti. Pare però che l’Irlanda abbia battuto sul tempo gli USA, e anche questa è una notizia estremamente recente (parliamo del 12 novembre 2015): è stata annunciata da Ralph James, capo del comparto norme di sicurezza della IAA, (Irish Aviation Authority), durante il “Drones, Data X Conference”, tenutosi pochi giorni fa a Westport. Procedendo in ottica comparatistica e paragonando quanto stabilito in Irlanda con le linee guida del nuovo registro per SAPR approntate negli Stati Uniti, si può fare la seguente osservazione: negli Stati Uniti si ragiona nell’ottica di registrare droni e aeromodelli sopra le 9 once di peso (poco più di 250 grammi), includendo di fatto anche numerosi piccoli droni usati per lo più per hobby, mentre la direzione scelta dall’Irlanda è meno inclusiva, dal momento che prevede l’iscrizione nel registro solo per i droni dal peso superiore a 1 chilogrammo. Un’altra novità del nuovo registro sarà un’app che informerà appassionati e professionisti sulle aree di volo con limitazioni o assolutamente vietate. Secondo le previsioni, il nuovo registro per i droni in Irlanda dovrebbe entrare in funzione dal 21 dicembre 2015, in tempo per “colpire” anche alcuni tra i numerosi droni che si prevede verranno regalati a Natale e che andranno ad aggiungersi ai circa cinquemila modelli che secondo le stime sono già presenti nel Paese.
Non ci sono altre comunicazioni ufficiali, e lo stesso sito istituzionale della IAA in una nota rimanda a dicembre ulteriori informazioni riguardo il registro.
Il progetto è però interessante ed è auspicabile riproporlo anche in Italia, se non nel resto d’Europa, in particolare per il collegamento con un’applicazione di facile utilizzo. Qualche informazione ulteriore è stata data nel corso della “Drones, Data X Conference” tenutasi a Co Mayo, Westport. Ralph James ha spiegato che l’aviazione ha disegnato un’app come parte integrante del registro, che servirà a comunicare agli utenti di droni registrati dove possono e dove non possono far volare i loro SAPR. E’ stata stimata la presenza di cinquemila droni in Irlanda, ma l’oggetto risulta essere il “number one toy” per Natale, nelle parole di Mr James. La speranza per il registro corredato dall’applicazione è che siano “easy, realistic and accettable” nonché un modello per l’Europa. Un esempio dunque di conciliazione pacifica e intelligente tra interessi contrapposti: da una parte la sicurezza, dall’altra un utilizzo facile ed efficiente dei droni per i piloti stessi, grazie all’app. Una proposta di legge in tal senso anche in Italia potrebbe essere importante per regolamentare de facto il settore, permettendo non solo di fissare linee guida, cosa che il Regolamento ENAC in vigore fa già, ma anche di permettere che vengano seguite realmente e controllare che ciò avvenga.
Uno degli spunti che questa nota si propone di fornire è il seguente: un registro per SAPR sul modello di quello irlandese, quindi necessariamente collegato ad un’applicazione che dia indicazioni pratiche su dove è lecito volare e dove non lo è ai piloti registrati; quanto ai droni per i quali dovrebbe essere vigente l’obbligo di registrazione, è sensato proporre una soglia più simile a quella statunitense che a quella irlandese, per non rischiare di vanificare tutta l’operazione del registro peccando per difetto. Il limite di 250 grammi piuttosto che di 1 chilo è da prendere in considerazione.