29/04/2024
A cura di Carlo Maria Fenucciu
L’Unione Europea ha intrapreso un progetto di riforma della rete transeuropea dei trasporti, attraverso una proposta di regolamento presentata il 14 dicembre 2021, recentemente approvata dal Coreper e dalla commissione trasporti del Parlamento Europeo, rispettivamente il 9 e il 14 febbraio 2024.
Prima di esaminare la proposta e le tappe dell’approvazione, è opportuno introdurre il tema della rete transeuropea dei trasporti, altresì nota con gli acronimi RTE-T o TEN-T (quest’ultimo, dal nome inglese Trans-European Networks – Transport). La rete TEN-T consiste nell’individuazione, da parte dell’UE con Regolamento, di alcuni assi che colleghino in modo efficiente l’Europa attraverso l’integrazione multimodale di tutti i mezzi di trasporto (ferroviario, stradale, aereo e marittimo). La base giuridica è costituita dagli attuali articoli 170 ss. del TFUE, i quali, inseriti dal trattato di Maastricht del 1992, consentono all’UE di stabilire gli obiettivi, le priorità e le linee principali di sviluppo delle reti transeuropee, nonché di partecipare al finanziamento dei relativi progetti. Gli obiettivi che l’Unione intende perseguire tramite tali iniziative sono esplicitati all’articolo 170. Si tratta di agevolare il mercato interno, la coesione sociale e territoriale, nonché garantire che i cittadini possano beneficiare pienamente dell’abolizione delle frontiere interne.
La materia è attualmente regolata dal Regolamento (UE) n. 1315/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio, dell’11 dicembre 2013, sugli orientamenti dell’Unione per lo sviluppo della rete transeuropea dei trasporti. La rete coinvolge anche paesi limitrofi all’Unione Europea, a partire dalla considerazione che le reti di trasporto apportano benefici maggiori in quanto riescano a mettere in collegamento più Paesi.
Nel 2019, la Commissione europea ha iniziato un processo di revisione di alcuni aspetti della normativa TEN-T. La proposta originaria, presentata il 14 dicembre 2021 in seguito ai processi di consultazione degli stakeholder, è stata revisionata il 27 luglio del 2022, in relazione al cambiamento del quadro geopolitico derivante – così è indicato all’interno della relazione – della guerra di aggressione ai danni dell’Ucraina da parte della Russia. Tale circostanza, in particolare, ha reso non più desiderabile la possibilità di estendere la cooperazione infrastrutturale alla Russia e alla Bielorussia, mentre è stata confermata e rafforzata la cooperazione con l’Ucraina e la Moldavia. Tale scelta si lega anche alla comunicazione della Commissione Europea del 12 maggio 2022, fonte che istituisce i corridoi di solidarietà UE-Ucraina. Attraverso tali corridoi, l’Unione intende facilitare gli scambi commerciali, in particolare le esportazioni di grano dall’Ucraina e le importazioni di aiuti umanitari.
Il Presidente del Consiglio dell’Unione Europea e i negoziatori della commissione Trasporti del Parlamento Europeo hanno raggiunto un accordo interistituzionale il 5 febbraio del 2024, avente ad oggetto un testo condiviso da approvare, in seguito, secondo la normale procedura legislativa prevista per i regolamenti. Tale testo, come si accennava, è stato indi approvato dal Comitato dei Rappresentanti Permanenti (il Coreper, che prepara le riunioni del Consiglio dell’Unione Europea) il 9 febbraio 2024, e dalla Commissione Trasporti del Parlamento Europeo il 14 febbraio. Il testo così approvato si discosta solo in minima parte dalla proposta della Commissione e unicamente rispetto ad alcuni dettagli tecnici. A conferma della definitività del testo così stabilito (seppur non ancora ufficialmente approvato secondo la procedura legislativa), la nuova configurazione della rete TEN-T è già stata implementata all’interno della mappa interattiva disponibile sul sito Internet della Commissione europea.
Le ragioni che hanno portato la Commissione Europea a intraprendere il progetto di revisione sono varie. Innanzitutto, vi è la necessità di adeguare gli orientamenti sulle reti TEN-T agli obiettivi correlati alla transizione ecologica, enucleati nella comunicazione della Commissione sul “Green Deal Europeo”, del dicembre del 2019. Tale programma consiste nel raggiungimento della neutralità climatica in Europa entro il 2050, attraverso una serie di misure, tra cui figura anche la mobilità sostenibile. Nel settore dei trasporti il Green Deal europeo invoca una riduzione del 90 % delle emissioni di gas a effetto serra, in particolare attraverso l’incentivazione del trasporto ferroviario attraverso combustibili alternativi. È opportuno rilevare, tuttavia, che molti obiettivi in tal senso sono già stati fissati nel Regolamento del 2013, attualmente vigente, ad esempio la completa elettrificazione dell’infrastruttura ferroviaria della rete.
Inoltre, è indicata, quale obiettivo da implementare, la resilienza delle reti di trasporto rispetto ai cambiamenti climatici e disastri naturali, anche provocate dall’uomo. Infine, con questo regolamento si intende dare una svolta alla governance delle reti TEN-T, come verrà chiarito nel prosieguo.
La nuova proposta non stravolge il sistema delle reti TEN-T, ma ha una struttura più dettagliata dell’attuale Regolamento. In particolare, per permettere uno sviluppo graduale della rete, la realizzazione delle infrastrutture è scandita tramite tre scadenze: entro il 2030 si dovrebbe consentire l’esercizio di tutti collegamenti individuati come “rete centrale”, in quanto considerati prioritari; in seguito, la “rete centrale estesa” entro il 2040 e, infine, la “rete globale” che completa l’intero progetto entro il 2050. Nel regolamento attualmente vigente figura unicamente la divisione tra rete centrale e rete globale. Ancora, affinché la normativa sia più chiara, il regolamento in fase di approvazione non è più organizzato in due capi – rete globale e rete centrale – bensì in tanti capi quanti sono i mezzi di trasporto coinvolti, all’interno dei quali si divide tra rete centrale, centrale estesa e globale.
Inoltre, la nuova proposta contiene una definizione più precisa e semplice dei “corridoi europei”, che, in base all’articolo 7, consistono nelle sezioni della rete TEN-T che rivestono la più alta importanza strategica. Come sottolineato nella relazione redatta a cura della Commissione, è altresì rafforzato il regime di governance e monitoraggio, attraverso una specificazione dei compiti affidati ai coordinatori europei. Il coordinatore, già nella normativa attualmente vigente, è nominato d’accordo tra la Commissione e lo Stato membro interessato al fine di facilitare la realizzazione dei corridoi di trasporto. In particolare, si occupa di riferire periodicamente circa l’avanzamento dei progetti affidati, nonché di collaborare con le autorità nazionali per il superamento di impasse amministrative e finanziarie che ostacolino i progetti. Con la nuova proposta, essi hanno oneri di cooperazione e monitoraggio più intensi, soprattutto sugli aspetti amministrativi. Su tale ultimo punto, la proposta di Regolamento effettua anche un raccordo con la recente Direttiva UE 2021/1187, che mira ad armonizzare le procedure amministrative nazionali inerenti alla progettazione e all’affidamento dei progetti rientranti nella rete TEN-T. In base a tale direttiva, attuata in Italia con decreto legislativo 10 luglio 2023, n. 101, la fase autorizzatoria dei progetti in questione non deve superare i quattro anni, e comunque deve essere trattata in via prioritaria rispetto ad altri progetti di rilevanza unicamente nazionale.
Non subisce riforme, ad opera della proposta in oggetto, la disciplina circa il finanziamento, essendo questa contenuta, in altre fonti, ossia i regolamenti che istituiscono il Dispositivo per la Ripresa e la Resilienza, il Meccanismo per Collegare l’Europa o ulteriori fondi strutturali. In conclusione, si può rilevare che il sistema delle reti TEN-T è rimasto invariato nella sua disciplina. Solamente, la normativa risulta più organica e ordinata.