23/09/2024
A cura di Linda Sanson
Il 22 Luglio 2024 è stato pubblicato online il documento contenente la Strategia Italiana per l’Intelligenza Artificiale. Il testo, elaborato da un Comitato di quattordici esperti, a sua volta affiancato dal supporto di una Segreteria Tecnica istituita presso l’Agenzia per l’Italia Digitale (AgID), ha l’obiettivo di fornire al Governo uno strumento di supporto per la definizione della normativa nazionale e delle politiche sull’Intelligenza Artificiale.
Il documento fornisce, in primo luogo, un’analisi dello scenario globale ed Italiano, e successivamente, una descrizione delle principali proposte di strategia da adottare nelle quattro macroaree prese in considerazione (Ricerca, Pubblica Amministrazione, Imprese e Formazione). Nello specifico la Strategia, con una premessa, pone l’attenzione sul crescente impatto che le tecnologie basate sull’Intelligenza Artificiale hanno sulle dinamiche sociali e produttive. È da ciò infatti, che sorge un’esigenza sempre più forte di adottare un programma in grado di favorire uno sviluppo di tali tecnologie quanto più etico ed inclusivo, capace di porre al centro dell’attenzione le persone e i loro bisogni, ma che al contempo risulti in linea con il contesto europeo di riferimento. Non a caso la pubblicazione della Strategia Italiana per l’Intelligenza Artificiale ha seguito solo di qualche giorno quella del Regolamento (UE) 2024/1689 (anche noto come “AI Act”), il quale ha come obiettivo la promozione dello sviluppo e dell’adozione di un’IA sicura e affidabile, in grado di garantire anche un adeguato livello di protezione dei diritti fondamentali dei cittadini europei. È alla luce di questo panorama generale che il documento si propone come macro-obiettivi strategici: di sostenere la realizzazione e l’adozione di applicazioni di IA, di promuovere l’attività di ricerca scientifica e, infine, di creare le condizioni di contesto favorevoli per valorizzare il potenziale in termini di valore dell’IA.
Come preannunciato, la concretizzazione di questi macro-obiettivi prevede l’applicazione di strategie che sono specifiche per ciascuna delle quattro macro aree di interesse, ma anche strettamente interconnesse e correlate tra loro per ragioni di efficacia del piano stesso.
Sul fronte della ricerca la Strategia si propone di rafforzare gli investimenti, promuovendo la creazione di competenze di ricerca e tecnologie specificamente adattate al contesto giuridico Italiano ed Europeo. L’Italia dovrà anche agevolare lo sviluppo e l’adozione di soluzioni di intelligenza artificiale nelle imprese, con l’ottica di migliorare l’efficienza degli attuali processi e di abilitarne di nuovi, in modo da aprire nuove possibilità di crescita. Per quanto riguarda la Formazione, la Strategia propone la promozione di una formazione di elevata qualità, allineata alle nuove competenze richieste per affrontare le sfide che l’IA ci porrà in futuro.
Di particolare interesse sono infine le proposte fatte nell’ambito della Pubblica Amministrazione. A grandi linee si può dire che la Strategia si propone due obiettivi. Anzitutto è di rilievo l’intento di rendere più efficienti i processi amministrativi, attraverso l’ottimizzazione della gestione delle risorse pubbliche, il finanziamento di alcuni progetti pilota e il sostenimento di iniziative delle singole amministrazioni. A ciò si aggiunge attenzione al miglioramento della qualità dei servizi offerti ai cittadini attraverso l’impiego di tecnologie di Intelligenza Artificiale, garantendo l’usabilità, la privacy e la trasparenza dei processi.
Le azioni strategiche proposte nella macroarea della Pubblica Amministrazione sono sei. (i) Il primo suggerimento consiste nell’adozione di linee guida, che includono l’utilizzo di case study e best practices, per l’adozione dell’IA nella Pubblica Amministrazione, evidenziando la necessità di diffondere sia competenze adeguate sia consapevolezza dei vantaggi e dei rischi che la tecnologia porta con sé. Viene anche sottolineata l’importanza di definire standard minimi funzionali e requisiti di interoperabilità, per garantire un’esperienza omogenea a tutti i cittadini. (ii) Le linee guida dovranno essere adottate anche nel settore del procurement in modo tale da orientare le PA nell’acquisto di soluzioni sicure, funzionali e conformi alle normative. Lo scopo è quello di garantire una conoscenza adeguata sia dei prodotti e servizi informatici disponibili, sia dei rischi e delle opportunità che questi comportano. (iii) La strategia suggerisce anche l’adozione di linee guida per la realizzazione di applicazioni di IA nella Pubblica Amministrazione. Queste permetteranno alla PA di acquisire competenze sia nell’acquisto che nello sviluppo delle varie soluzioni esistenti, garantendo conformità alle normative nazionali e UE, con attenzione alla protezione dei dati e alle iniziative per la formazione del personale. (iv) Sarà utile poi investire nella progettazione di strumenti e metodologie che facilitano l’accesso ai servizi da parte dei cittadini, con una conseguente adozione di test di affidabilità e pianificazioni per l’adozione su larga scala. (v) È consigliato anche il miglioramento dei processi interni della PA, con iniziative per sviluppare o adottare sistemi IA. Per realizzare questa strategia la PA dovrà quindi individuare gli ambiti di intervento e i rispettivi rischi dei sistemi. (vi) Da ultimo, per sostenere l’innovazione sono promossi percorsi di upskilling per il personale in servizio tramite l’istituzione, in seno alla Scuola Nazionale dell’Amministrazione, di uno specifico dipartimento dedicato all’IA, prevedendo l’attivazione di corsi di formazione post-laurea per i dipendenti. Simili iniziative dovranno essere previste anche al livello degli enti locali.
Un ulteriore elemento di rilievo per la Strategia, oltre all’indicazione di diverse azioni da adottare per favorire uno sviluppo dell’IA che sia inclusivo e sicuro, è rappresentato dalla predisposizione di un sistema di monitoraggio ad hoc. Invero, la strategia riconosce che le tecnologie IA portano con sé sicuramente numerosi benefici, ma anche altrettanti rischi. È opportuno assicurare che l’utilizzo di queste tecnologie non porti ad una omogeneizzazione culturale, ad un’iper-regolazione nazionale, o ancora, ad un utilizzo non neutrale. Per questi motivi vengono introdotti adeguati sistemi di monitoraggio che consentono di valutare l’efficacia e di apportare correzioni. È infatti dall’adeguatezza di questi sistemi che dipende il successo di una strategia. Con un focus sulla macroarea della PA, il documento qui in esame propone due importanti flagship projects. Il primo consiste in una valutazione del miglioramento dell’accesso e della fruizione dei servizi al cittadino, che misura anche il grado di digitalizzazione. Il secondo metodo consta del coinvolgimento di esperti nella valutazione dell’effettivo efficientamento delle procedure amministrative.
La Strategia Italiana per l’Intelligenza Artificiale si inserisce in un contesto giuridico innovativo e che di recente ha visto l’adozione, anche a livello europeo, di normative volte all’istituzione di un quadro giuridico uniforme che permette di regolare lo sviluppo e l’uso di questi sistemi in maniera conforme ai valori costituzionali ed UE. In particolare il riferimento, come preannunciato, è al Regolamento (UE) 2024/1689 (“AI Act”), il quale per consentire il raggiungimento degli scopi prefissati prevede di regolare l’IA attraverso un risk based approach, e cioè una classificazione dei sistemi sull’IA basta sui rischi per i diritti fondamentali. La classificazione prevede rischi bassi, medi ed elevati. Maggiore sarà il rischio, maggiori saranno gli oneri di compliance. L’applicazione delle norme contenute nell’AI Act prevede dunque la creazione a livello europeo e nazionale di autorità vigilanti. A livello europeo l’autorità è chiamata a coordinare l’implementazione del regolamento e a fornire linee guida e best practices agli sviluppatori e utilizzatori di questa tecnologia. A livello nazionale le autorità avranno sia una funzione di vigilanza, per assicurare il rispetto dell’AI Act, sia una funzione di notificazione, per verificare la correttezza delle certificazioni rilasciate per i sistemi IA ad alto rischio. La Strategia promuove quindi la collaborazione tra le amministrazioni pubbliche e i soggetti privati per lo sviluppo e l’adozione di sistemi di intelligenza artificiale. Coordina le attività della PA in questo ambito, sostiene la ricerca e la diffusione delle conoscenze sull’IA e guida le iniziative per lo sviluppo imprenditoriale e industriale del settore. Gli scopi della Strategia e la necessità di una sua adozione sono stati delineati nel DDL approvato dal Consiglio dei ministri nella seduta n.78 del 13 Aprile 2024. L’art 17, comma 1, di tale DDL prevede infatti l’adozione della Strategia e ne definisce gli obiettivi. Il comma 3 invece affida alla Presidenza del Consiglio il compito di coordinare e monitorare la sua attuazione, avvalendosi dell’Agenzia per l’Italia digitale (AgID) e dell’Agenzia nazionale per la cybersicurezza nazionale (ACN). L’art 18 dunque, rubricato “Autorità nazionali per l’intelligenza artificiale”, istituisce le Agenzie chiamate a garantire l’applicazione della normativa nazionale ed europea in materia di IA. Da una parte, l’AgID è responsabile di promuovere l’innovazione nell’IA e di definire le procedure in materia di notifica, valutazione, accreditamento e monitoraggio dei soggetti che verificano la conformità dei sistemi IA con le normative di riferimento. D’altra parte, l’ACN è responsabile per la vigilanza dei sistemi di IA e per la promozione e lo sviluppo dell’IA relativamente alla tutela della cybersicurezza. Infine, è istituito un Comitato di coordinamento composto dai direttori generali delle due Agenzie e dal Capo del Dipartimento per la trasformazione digitale della Presidenza del Consiglio. Il Comitato ha il compito di assicurare il coordinamento e la collaborazione tra le Autorità nazionali per l’IA, le pubbliche amministrazioni e le autorità indipendenti. Non a caso, la Strategia stessa sottolinea l’importanza di questa sinergia tra le due agenzie, al fine di favorire un’applicazione intellegibile delle varie discipline in materia. Si ricorda, inoltre, l’importanza di mantenere indipendenti le due Agenzie, nonostante l’attività di collaborazione, vista la complessità delle rispettive funzioni. Questo approccio permetterà di garantire sicurezza, affidabilità e integrità dei sistemi IA in Italia.