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a cura di Martina Bordi
Il 21 gennaio 2025 si è tornato a discutere, in commissione Affari Costituzionali della Camera dei deputati, della riforma dell’ordinamento di Roma capitale.
Le proposte di leggi costituzionali, volte ad incidere sull’assetto organizzativo e funzionale, sono tre.
La prima proposta, A.C. 278, a firma del deputato democratico Morassut, è volta ad istituire la regione «Roma capitale della Repubblica». La stessa dispone, infatti, la trasformazione di Roma capitale in regione ordinaria, ai sensi dell’art. 131 della Costituzione. Inoltre, si prevede successivamente alla trasformazione di Roma capitale in regione, la trasformazione degli attuali municipi di Roma Capitale in veri e propri comuni.
Le altre due proposte, A.C. 514 e A.C. 1241, sono volte a modificare l’art. 114 della Costituzione. La ratio di entrambe le proposte è di valorizzare l’autonomia normativa, amministrativa e finanziaria di Roma capitale.
Oggi, attraverso la legge n. 42/2009, Roma Capitale è interessata di una speciale autonomia. Infatti, in luogo del comune di Roma, è stato configurato l’ente territoriale Roma capitale.
Attraverso la legge, sono state attribuite all’ente ulteriori funzioni amministrative. Tra queste ultime, ad esempio, la valorizzazione dei beni storici, artistici e ambientali; lo sviluppo del settore produttivo e del turismo; lo sviluppo urbano e dell’edilizia privata e pubblica.
Il d.lgs. n. 61/2012, in attuazione della delega contenuta nella legge n. 42/2009, ha disciplinato il conferimento delle nuove funzioni amministrative e il conferimento di poteri regolamentari in materia di organizzazione degli uffici e del personale.
Tra le funzioni amministrative si annovera, ai sensi dell’art. 10 del d.lgs. n. 61/2012, il potere del Sindaco di Roma capitale di emanare ordinanze, anche in deroga alle disposizioni di legge ma in esecuzione di un piano autorizzato con delibera del Presidente del Consiglio dei ministri, per rimuovere le situazioni di emergenza connesse al traffico, alla mobilità e all’inquinamento atmosferico o acustico.
La novità insita nei due disegni di legge è uno specifico riferimento all’autonomia normativa e il rafforzamento del richiamo dell’autonomia finanziaria, prevedendone adeguati mezzi per le relative attuazioni.
Entrambe le proposte sono volte a modificare l’art. 114 della Costituzione.
In particolare, la proposta di legge A.C. 1241 configura l’attribuzione di una competenza legislativa esclusiva nelle materie attualmente di legislazione concorrente, ex art. 117 della Costituzione, escludendo espressamente la sola tutela della salute; e una potestà legislativa esclusiva per le materie di legislazione residuale.
L’attribuzione dei poteri legislativi si configura attraverso una disciplina ad hoc, ovvero attraverso uno Statuto speciale di Roma capitale. L’approvazione dello Statuto è a maggioranza di due/terzi dei componenti dell’Assemblea capitolina; mentre, le successive norme di attuazione sarebbero definite con legge dello Stato.
Risulta interessante riscontrare che sarebbe una disciplina che non prevede né un previo coinvolgimento del Parlamento né una previa collaborazione sotto altre forme con lo Stato, ma solamente ex post con la legge di attuazione dello Stato. Ciò costituirebbe il primo caso in cui l’individuazione dei poteri legislativi sarebbe stabilita dallo stesso ente che dovrebbe esercitarli. Questo impianto va ad invertire l’attuale assetto costituzionale delle fonti, limitando la legislazione nazionale ad intervenire in un perimetro delimitato dallo Statuto speciale. Attualmente, la disciplina di approvazione degli Statuti comunali è prevista dal TUEL. Lo statuto di Roma capitale, in base alla normativa vigente, disciplina i municipi, quali circoscrizioni di decentramento, in numero non superiore a quindici, favorendone l’autonomia amministrativa e finanziaria.
Differentemente, la proposta di legge, A.C. 514 definisce un’attribuzione diretta, senza far rinvio ad altre fonti, in termini di potestà legislativa e regolamentare a Roma capitale, nelle materie di legislazione concorrente e residuale, derogatoria della potestà legislativa regionale. Anche in questo caso viene esclusa l’attribuzione della competenza legislativa nella tutela della salute.
Parte della dottrina ritiene che sarebbe necessario, ulteriormente, prevedere una revisione dell’art. 117 della Costituzione. L’attuale disposizione, difatti, prevede che la potestà legislativa è esercitata dallo Stato e dalle Regioni; si dovrebbe valutare di includere espressamente Roma capitale.
Entrambe le proposte stabiliscono che, nell’esercizio delle sue funzioni amministrative, Roma capitale assicuri forme di decentramento.
Ulteriormente, si estende a tale ente l’applicazione delle disposizioni di cui agli articoli 127 e 134 della Costituzione. Questi ultimi disciplinano la promozione delle questioni di legittimità in via principale e dei conflitti di attribuzione innanzi alla Corte costituzionale.
Il 16 gennaio 2025, l’Assemblea capitolina ha approvato un ordine del giorno (n. 29) volto ad impegnare il Sindaco a farsi promotore nei confronti del Parlamento per l’approvazione della Riforma di Roma capitale.
Si riscontrano, nel panorama politico, anche posizioni scettiche rispetto alla riforma, che viene considerata come una nuova, e ulteriore, forma di autonomia differenziata, che di fatto, affiderebbe al Sindaco pro tempore poteri quasi come fosse un governatore regionale.