Lab-IP

I modelli di smart governance nel servizio idrico

di Vittoria Vetrano

06/11/16

La gestione dell’acqua è da sempre discorso impervio e faticoso. Tuttavia oggi il  settore idrico, in Italia, comincia a muoversi nuovamente. Dopo un lungo periodo di stallo, da imputare principalmente all’instabilità normativa degli ultimi anni, al Referendum del 2011 ed ai suoi strascichi nei tribunali amministrativi, le grandi imprese sono in ripresa. Grazie a questa ripresa e alle problematiche ambientali davanti alle quali oggi nessuno è più miope tutti i discorsi che ruotano intorno alla water governance e alle buone pratiche di gestione hanno trovato terreno fertile e meno scosceso. Avviare meccanismi di governance “intelligente”” è possibile in molteplici modi. In generale bisogna però partire dal presupposto che il “combinato disposto” buone regole ed investimenti deve necessariamente trovare il suo aggancio e la sua foce nell’innovazione tecnologica. L’Italia, purtroppo, con tutti i suoi cervelli e le sue competenze tecnologiche, nella pratica della gestione delle acque brilla poco, ma esperienze cui fare riferimento sono molteplici , soprattutto in Europa.

Un esempio di gestione intelligente è stato presentato dalla città di Bologna. Qui è nato  Il progetto BLUE AP , iniziato già qualche anno fa, e finanziato dal programma europeo Life+,  con l’obiettivo  di redigere un piano locale di adattamento al cambiamento climatico cucito su misura in base alle esigenze e alle criticità del territorio metropolitano di Bologna. Tendenze demografiche e climatiche espongono sempre di più le città al rischio di avere meno risorse, e quelle poche risultano sempre più spesso inquinate. A rimetterci, anche l’acqua. Un modello, quello bolognese certamente valido e lungimirante nel finalizzare l’operato amministrativo ad evitare sprechi e inquinamento delle acque.

La Commissione Europea aveva infatti già  presentato la Strategia Europea di Adattamento ai cambiamenti climatici introducendo così un quadro normativo mirato a rendere l’Unione Europea sempre più pronta ad affrontare gli impatti dei cambiamenti climatici, attraverso un sostegno agli Stati Membri, alle organizzazioni transnazionali e agli operatori locali con adeguate azioni a livello regionale. La Strategia Europea volgeva ad assicurare processi decisionali informati, colmando le lacune nelle conoscenze in fatto di adattamento e dando maggiore impulso alla piattaforma europea sull’adattamento ai cambiamenti climatici. La pratica di gestione bolognese è risultata virtuosa  perché nell’elaborazione di questo Piano di adattamento ha coordinato e adattato diversi livelli di governance, integrando livelli sovracomunali (le Autorità di Bacino) per quanto riguarda i temi legati all’approvvigionamento della risorsa idrica e il dissesto idrogeologico dove la dimensione fisica dei problemi obbliga a guardare oltre il perimetro amministrativo della città, con linee di intervento che ricadono invece sotto la competenza comunale. Per quanto riguarda invece la programmazione e gestione dei servizi idrici, il Piano ha visto il coinvolgimento di Atersir, Agenzia territoriale dell’Emilia Romagna per i servizi idrici e i rifiuti, ed Hera, l’azienda gestore del servizio idrico integrato.  Quest’esperienza seppur afferente a problemi legati ai cambiamenti climatici potrà essere esempio interessante con riguardo al  tema della gestione della rete idrografica e dell’approvvigionamento idrico, in quanto anche in questi casi spesso ci si trova a discutere di strategie e azioni che vanno ben al di fuori del confine amministrativo. Si è trattato dunque  di un esercizio esemplare di organizzazione di una governance stabile e solidale.

Un altro piano di osservazione per la realizzazione di una gestione smart guarda al potenziamento del profilo informativo e comunicativo. Se il profilo ambientale nelle gestioni, tranne alcuni casi, è sottovalutato, quello informativo in verità risulta essere molto seguito. Il settore idrico risulta infatti essere più comunicativo e trasparente rispetto alla media delle utility italiane. Questo probabilmente è dovuto agli interventi normativi nazionali stringenti. A livello legislativo  infatti con la L.190/2012 si prevede che tutte le pubbliche amministrazioni provvedano ad adottare il Piano triennale di prevenzione della corruzione di cui parte integrante è il Piano triennale per la trasparenza e l’integrità; il D. Lgs. 14.03.2013, n. 33, in esecuzione della delega contenuta nella legge 90/2012, disciplina la trasparenza e gli obblighi di pubblicità in capo alle pubbliche amministrazioni, essendo la trasparenza una delle misure obbligatorie di prevenzione della corruzione. Per la redazione e l’aggiornamento  del Piano Triennale per la Trasparenza e l’Integrità sono quindi previste forme di consultazione dei cittadini e delle organizzazioni portatrici di interessi collettivi. Analizzando alcune esperienze, da quella pugliese a quella toscana, non sono mancate misure di monitoraggio sull’attuazione degli obblighi di trasparenza, né è mai stata oscurata la chiarezza espositiva dei contenuti contenenti i dati e le informazioni oggetto degli obblighi di pubblicazione. Conformemente a quanto stabilito da legislatore sono stati inseriti nel Programma trasparenza obiettivi da raggiungere e misure da applicare. Nell’analisi condotta non è mancato l’accertamento del coinvolgimento degli stakeholders, cioè dei soggetti coinvolti  nel raggiungimento dell’obiettivo in quanto titolari di interessi di fatto, e quindi primi tra tutti i cittadini che sono gli utenti, ma anche organizzazioni, personale dipendente delle Autorità d’Ambito, Gestori del servizio. Coinvolgimento realizzatosi organizzando per esempio Giornate della Trasparenza per la presentazione di piani e programmi, relazioni e bilanci.  Sono stati organizzati in altri casi sistemi di aggiornamento via mail, comprensivi di questionari tematici, per raccogliere commenti e osservazioni sulle buone pratiche raggiunte, destinati al personale delle Autorità e agli stakeholders. Sono stati curati e migliorati i siti web sia delle società di gestione che delle Autorità d’Ambito.

Un esempio interessante è quello del Gruppo CAP, società pubblica, affidataria del servizio idrico per i comuni della città metropolitana di Milano. Il gestore ha predisposto in questo caso “La Carta del Servizio Idrico Integrato dell’Ambito Città Metropolitana di Milano”  che costituisce una dichiarazione di impegno ufficiale del gestore nei confronti dei propri clienti, in merito al livello di qualità dei servizi forniti e costituisce elemento integrativo dei contratti di fornitura e del Regolamento del Servizio Idrico Integrato. La Carta del Servizio, individua gli standard di qualità che il gestore si impegna a rispettare nell’esercizio delle proprie attività e costituisce lo strumento per verificare. Si legge testualmente nella Carta: “Il gestore crede fortemente nella partecipazione quale strumento di confronto e di crescita di un rapporto di fiducia nei confronti dei propri clienti. A tale scopo cura e aggiorna il sito internet nonché le altre applicazioni multimediali per fornire informazioni rapide, chiare e utili. Il cliente può accedere, con le modalità stabilite dalla normativa vigente, alle informazioni contrattuali che lo riguardano in possesso del gestore. Il cliente ha diritto di produrre documenti, formulare osservazioni, offrire suggerimenti e inoltrare reclami o segnalazioni.” La Carta garantisce anche la collaborazione con la Prefettura e con le forze di polizia, facilitando l’attività di controllo sui cantieri e sull’intera filiera della imprese coinvolte nella realizzazione di lavori sul territorio, utilizzando una piattaforma informatica condivisa per dare massima visibilità ai lavori sul territorio.

In ultima analisi affinché una gestione sia “smart” non si può prescindere come detto in apertura dall’innovazione tecnologia. Punto questo dolente in quanto l’innovazione è strettamente legata alla possibilità di investimenti, figura, almeno in passato, quasi mitologica nel nostro Paese. In ogni caso, ciò che spesso viene dimenticato è  che non solo energia e trasporti possono beneficiare di innovazioni che consentano di razionalizzarne l’uso, il riuso e la gestione ma in una “smart city”, anche l’acqua ha diritto di cittadinanza. In altre parole il capitale sociale e umano anche in questo settore può alimentare uno sviluppo economico sostenibile facendo ampio uso della tecnologia di informazione e comunicazione evidenziando l’importanza della connettività come fattore di sviluppo. Il contesto sociale e culturale è pronto per accogliere tutte le innovazioni tecnologiche possibili. Ben vengano quindi app  che consentano all’utente di trasmettere la lettura certificata dei propri consumi di acqua tramite una semplice foto con lo smartphone. Non stiamo parlando di cose irrealizzabili, basti pensare che il Gruppo Hera, gruppo a partecipazione sia pubblica che privata, oggi invia ai propri clienti la Bolletta multiservizi, che riunisce le fatture per tutti i servizi erogati: Gas, Energia elettrica, Acqua, Igiene ambientale; in un unico documento è possibile così avere tutte le informazioni dettagliate su lettura dei contatori, consumi, prezzi e somme dovute, ma in particolare permette una guida alla lettura della bolletta tramite supporti multimediali presenti sul suo sito. Ma è possibile fare ancora di più. Istallare sistemi di sensori elettromagnetici per la localizzazione delle perdite lungo le condotte interrate, valvole di controllo per il contenimento delle pressioni della rete e per acquedotti che trasformino la dissipazione energetica in energia elettrica pulita, monitoraggi più adeguati per le reti di acquedotto; nel settore delle condotte e dei pozzetti introdurre nuove gamme di prodotti che utilizzano materiali più resistenti ma più leggeri e a basso impatto ambientale. Per quanto riguarda il campo delle pompe, dei macchinari e dell’impiantistica, le novità sono rivolte principalmente al recupero di energia e alla misura integrata della pressione tramite controllo magnetico. Infine, il settore della strumentazione si sta  arricchendo di nuovi strumenti per la ricerca delle perdite, le video-ispezioni e la connessione via internet dei dispositivi. Le tecnologie come abbiamo visto ci sono e per essere applicate hanno  bisogno di una rivoluzione organizzativa e di governance.

Nuove tecnologie e nuove pratiche gestionali, miglioramenti sia in termini tecnici che manageriali, gestori più consapevoli e trasparenza delle gestioni. Questi sono gli interventi che ad oggi rendo la gestione del servizio idrico “una gestione intelligente”. Si fa una gran retorica sull’acqua in Italia e se le si vuole dare l’importanza che tutti decantano, siamo al punto di avere in mano le carte in  per giocare questa partita in modo vincente.

 

 

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