Il Social Impact Bond (SIB) è uno strumento finanziario sofisticato che differisce da quelli normalmente circolanti nei mercati finanziari, poiché non nasce per favorire la speculazione, ma per promuovere l’innovazione sociale. Gli elementi essenziali del modello sono: un investimento monetario da parte di investitori commerciali, fondazioni e organizzazioni filantropiche e autorità locali; un programma di interventi in campo sociale in grado di generare un impatto sociale e un risparmio di spesa pubblica; impegno del governo nazionale o locale, o fondazioni, di restituzione del capitale investito e remunerazione in caso di successo del programma.
Lo sviluppo del modello SIB ha interessato la diversificazione dei finanziatori: nei primi programmi i ruoli di investitori sono stati ricoperti da fondazioni filantropiche, successivamente il mercato ha iniziato ad attrarre diverse forme di capitale rendendo il SIB appetibile anche a grandi istituti bancari. È possibile identificare diverse tipologie di SIB secondo una classificazione specifica, dovuta anche alla diversificazione dei finanziatori, fornendo alcuni esempi per ogni tipo.
Il primo modello può essere definito SIB filantropico. Le principali fonti per il finanziamento di tale SIB sono concesse da fondazioni e organizzazioni filantropiche. I capitali raccolti sono investiti per mezzo di un intermediario finanziario specializzato, che ha il compito di monitorare e organizzare lo schema contrattuale, cercando di facilitare un processo delicato di creazione di fiducia e relazione tra i vari stakeholders. Se esistono le condizioni economiche e di fattibilità, l’amministrazione sigla un contratto con l’intermediario e gli altri attori per lo sviluppo del SIB. Il contratto dovrà prevedere la restituzione e remunerazione dei capitali investiti condizionati al raggiungimento di obiettivi sociali ben precisi, stabiliti in fase di definizione del progetto.
La filantropia ha giocato un ruolo rilevante nel mondo nascente dei SIB. Le fondazioni possono svolgere il ruolo di investitori non solo fornendo garanzie di credito, ma anche aumentando la domanda di progetti SIB. Il SIB è infatti un investimento a rendimento variabile ad alto rischio poiché, in caso di mancata performance, può dar luogo, oltre all’assenza di un rendimento, anche alla mancata restituzione del capitale impiegato dai finanziatori privati. La presenza di fonti filantropiche implica, invece, la possibilità di accettare un rischio maggiore e di garantire una migliore sperimentazione di nuovi programmi, testandone i risultati.
Un esempio di SIB filantropico è il programma ABLE (Adolescent Behavioral Learning Experience), un programma pilota lanciato negli USA che ha l’obiettivo di ridurre il tasso di recidiva tra gli adolescenti già detenuti nel carcere di Rikers Island. In questo caso, la fondazione Bloomberg Philantropies ha concesso un finanziamento a fondo perduto che sarà tenuto come fondo di garanzia a sostegno del progetto.
Il secondo modello, più comune, può essere definito come SIB di conferimento di capitali. La maggior parte dei SIB esistenti appartengono a questa tipologia, caratterizzata da un programma finanziato esclusivamente da investitori commerciali. I capitali sono investiti per mezzo di una società veicolo costituita ad hoc, a cui spetta il ruolo di intermediario specializzato per la gestione dei contratti tra le parti. Al contrario del primo modello, il SIB di conferimento di capitali non permette di affrontare un alto rischio ed è maggiormente adatto a situazioni meno aleatorie in cui esistono protocolli di intervento già sperimentati con partner affidabili.
Il programma pilota di Peterborough appartiene a questa tipologia. Tale SIB, finalizzato alla riabilitazione di un certo numero di detenuti, è infatti finanziato tramite fondi privati investiti nella Social Impact Partnership, società veicolo costituita ad hoc, la quale gestisce i contratti fra le parti ed è responsabile verso la PA e gli investitori del buon esito dell’operazione.
La terza variante di SIB, quella del settore pubblico, trova attuazione in un rapporto virtuoso tra Amministrazione Statale Centrale e Amministrazione Pubblica Locale, laddove l’intervento sociale vada attuato territorialmente senza, necessariamente, il contributo/rischio finanziario di privati. Un’Autorità locale, ad esempio, si fa carico dell’investimento sulla base di proprie risorse finanziare accantonate, ovvero prese in prestito sul mercato finanziario (banche), finanzia un progetto per la reintegrazione sociale ( lavoro, formazione, assistenza) di persone svantaggiate della zona e, tramite una convenzione con l’Autorità centrale, riceve un premio economico da quest’ultima in ragione del successo conseguito dall’iniziativa di integrazione sociale, che si configura a livello nazionale come riduzione della spesa pubblica. E’ evidente che tale tipologia di SIB può trovare migliore attuazione in presenza di un coordinamento territoriale svolto da un’Autorità Locale di grande dimensione, oppure di limitate dimensioni ma con elevate capacità tecnico-finanziare, idonee a catalizzare la partecipazione di altre piccole Autorità locali e di privati, nonché a gestire la complessa contrattualistica con gli operatori finanziari e l’Autorità Centrale connessa al meccanismo operativo rappresentato.