Lab-IP

Ancora sulla mass surveillance in Europa: il draft investigatory powers bill nel Regno Unito

di Benedetta Barmann

08/11/15

Alcuni articoli pubblicati su The Guardian ci consentono di tornare sul tema della mass surveillance in Europa, questa volta relativamente al Regno Unito. Abbiamo già avuto modo di vedere, nella nota pubblicata da Bruno Carotti, come in molti Paesi europei sono state adottate o sono in fase di adozione nuove misure di controllo dei dati come strumento di lotta al terrorismo.
Anche nel Regno Unito si è aperto un tale dibattito a seguito della pubblicazione del Draft investigatory powers bill, presentato dal Ministro dell’Interno, Theresa May. Tale legge dovrebbe costituireun giusto compromesso tra l’esigenza di reagire alle minacce terroristiche interne ed esterne, da un lato, e quella di tutelare i diritti dei cittadini, sulla scia degli scandali legati alle affermazioni di Snowden.
A tal proposito si prevede, sul primo fronte, l’attribuzione di nuovi poteri di sorveglianza alla polizia ed ai servizi segreti, autorizzandoli a monitorare l’uso di internet da parte di tutti i cittadini, nonché il potere di ordinare alle compagnie telefoniche e agli internet services providers di conservare i dati relativi alle connessioni (tracciando ogni sito internet visitato ma non ogni pagina) fino a un massimo di dodici mesi. Relativamente al secondo fronte, invece, una novità di rilievo, che costituisce il cuore della riforma, è rappresentata dall’introduzione di quello che l’home secretary definisce “double lock process” sulle autorizzazioni per le intercettazioni. Nello specifico, al controllo ministeriale si dovrebbe aggiungere un “judicial control”: a tal fine viene istituita un’apposita commissione, composta da sette membri, probabilmente giudici in pensione, cui viene attribuito un potere di veto. Questo tipo di controllo non viene, tuttavia, applicato nei casi urgenti e ai nuovi poteri attribuiti alla polizia ed ai servizi.
Le reazioni che tale riforma ha suscitato sono molto diverse. Alcuni l’hanno salutata come un importante passo avanti, contemperando l’esigenza di protezione del diritto alla privacy dei cittadini con quella di introdurre delle forme di sorveglianza più incisive; in questo senso è esemplificativa l’affermazione per cui questa nuova legge non sia “neither a snooper’s charter nor a plan for mass surveillance”. Altri esprimono, invece, alcuni dubbi sulla commissione giudiziaria per il doppio controllo. In particolare Joshua Rozenberg, in un articolo, ritiene che non sarebbe corretto definire tale commissione come giudiziaria, perché i commissari saranno probabilmente ex magistrati; inoltre osserva che questo sistema di controllo se, da un lato, è coerente soprattutto con alcuni principi sanciti dalle Corti europee, dall’altro, affinché possa realmente funzionare è necessario che sia idoneo ad assicurare l’indipendenza dei commissari onde evitare che essi abusino del proprio potere. Jim Killock, direttore esecutivo dell’associazione Open Rights Group ritiene che tale legge sia, invece, un tentativo di ottenere poteri di sorveglianza ancora più invadenti e non incide sul potere dei servizi segreti di ottenere e conservare un enorme quantitativo di dati dei cittadini.
L’home secretary, a difesa della bontà dell’iniziativa legislativa, ha evidenziato come i governi che si sono succeduti dal 1994 in poi hanno sempre impartito direttive segrete alle compagnie telefoniche e di internet; il che ha permesso ai servizi segreti di sventare vari attacchi nel Paese, compreso il tentativo alla London stock Exchange del 2010. Pertanto la nuova legge avrebbe il pregio di introdurre, accanto ai poteri di sorveglianza da sempre esercitati per scopi difensivi, una serie di tutele e garanzie in più per i cittadini nonché un controllo rafforzato. Per concludere con le parole di May: “This bill will establish world-leading oversight to govern an investigatory powers regime which is more open and transparent than anywhere else in the world.”

Qui e qui i link degli articoli pubblicati sul The Guardian

FacebooktwitterredditpinterestlinkedintumblrmailFacebooktwitterredditpinterestlinkedintumblrmail