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PONTE SULLO STRETTO: TRA QUESTIONI AMBIENTALI E SOSTENIBILITÀ FINANZIARIA

13 gennaio 2025

a cura di Michele Sangiovanni

Lunedì 30 dicembre, il CIPESS avrebbe dovuto dare il via libera definitivo al progetto del Ponte sullo Stretto di Messina. Al contrario, la seduta si è rivelata preparatoria, rimandando l’approvazione definitiva del progetto alle prossime settimane a seguito del parere positivo, ma con prescrizioni, della Commissione Tecnica di valutazione dell’impatto ambientale (VIA), presso il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (MAESE), in relazione all’impatto ambientale dell’opera su numerosi siti di primaria importanza, quali le Zone di Protezione Speciale (ZPS) e le Zone Speciali di Conservazione (ZSC). Il parere della Commissione VIA segue quello del Comitato scientifico, indipendente, nominato nell’ottobre del 2023 dal MIT, con riferimento alla compatibilità ambientale e alla localizzazione dell’opera.

Il nodo da sciogliere è la compatibilità delle regole ambientali poste dalla Commissione europea con il progetto definitivo dell’opera. Nello specifico, il richiamo, su cui si fonda la decisione della Commissione VIA, è alla direttiva europea sulla valutazione dell’impatto ambientale di determinati progetti pubblici o privati che possono avere un impatto ambientale significativo (Direttiva 2011/92/UE modificata dalla Direttiva 2014/52/UE).

La direttiva europea ha armonizzato i principi per la valutazione dell’impatto ambientale dei progetti, tramite l’introduzione di requisiti minimi per quanto riguarda i progetti soggetti a valutazione, i principali obblighi dei committenti, il contenuto della valutazione e la partecipazione delle autorità competenti, e contribuisce a garantire un livello elevato di protezione dell’ambiente e della salute umana.

È poi compito delle autorità competenti nazionali accertare, come indicato dall’articolo 8 bis paragrafo 6 della direttiva in questione, con provvedimento motivato, gli effetti significativi dei progetti nazionali sull’ambiente e vigilare sul rispetto da parte degli Stati membri della normativa.   Ed è in virtù di ciò che la Commissione VIA ha dato il via libera al progetto del Ponte sullo Stretto, con 62 prescrizioni inerenti alla tutela della biodiversità, l’adeguamento del profilo strutturale del ponte, l’impatto sulla salute pubblica e la qualità dell’aria. Prescrizioni che hanno indotto il Governo ha rinviare la seduta CIPESS per il via libera definitivo alle prossime settimane.

Nonostante ciò, si tratta comunque di uno stop ad un iter che sembrava oramai concluso, soprattutto dopo che il 23 dicembre il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti (Mit) ha chiuso la conferenza dei servizi istruttoria per il collegamento stabile tra Sicilia e Calabria.

La Conferenza è stata istituita nel contesto del processo attuativo delle disposizioni normative finalizzate al riavvio delle attività di programmazione e progettazione volte alla realizzazione del Ponte sullo Stretto di Messina, di cui al decreto-legge n. 35 del 31 marzo 2023 convertito, con modificazioni, dalla Legge n. 58 del 25 maggio 2023, su richiesta della Società Stretto di Messina S.p.A al Ministero delle infrastrutture e dei trasporti.

Infatti, come indicato dal Documento di Economia e Finanza 2024, allegato alla legge di bilancio 2025, che ripercorre l’iter del progetto, con il DL 31 marzo 2023 n. 35 è stato riavviato l’iter realizzativo dell’opera attraverso:

  • la prosecuzione del rapporto concessorio con la Società Stretto di Messina S.p.A.
  • la soluzione del contenzioso pendente
  • in continuità con l’iter approvativo del progetto definitivo 2011-2012, l’adeguamento alle più recenti tecniche di costruzione, all’evoluzione tecnologica e alle normative vigenti in materia di tutela dell’ambiente, del paesaggio e in ambito archeologico.

È stata successivamente predisposta la “Relazione del progettista”, attestante la corrispondenza al progetto preliminare e alle eventuali prescrizioni dettate in sede di approvazione dello stesso e, nel febbraio del 2024, con delibera del Consiglio di Amministrazione della Società Stretto di Messina S.p.A. sono stati approvati il Progetto definitivo integrato dalla Relazione del progettista.

Momento cruciale dell’iter progettuale è stato l’approvazione del DL Infrastrutture a giugno del 2024.

È proprio tramite questo provvedimento che il Mit viene autorizzato ad approvare il progetto esecutivo del Ponte sullo Stretto di Messina “anche per fasi costruttive” invece che “entro il 31 luglio 2024” come previsto inizialmente nel DL 2023 n. 35. È dunque grazie all’intervento del DL Infrastrutture 2024 che si è impressa un’accelerazione all’iter di realizzazione dell’opera, soprattutto relativamente alla progettazione esecutiva.

Inoltre, la legge di bilancio 2025 ha incrementato di 1.5 mld le risorse destinate al Ponte e aumentato di 500 mln (90 milioni per l’anno 2027, 180 milioni per il 2028, 160 milioni per il 2029 e 70 milioni per il 2030) le risorse per la realizzazione delle opere connesse all’opera. Un aumento di finanziamenti che però stride con le richieste di contenimento della spesa e con la lotta agli sprechi, soprattutto dopo i recenti rilievi della Corte dei Conti.

Infatti, con la delibera n. 143 del 4 dicembre 2024, in merito alle attività di controllo sulla gestione finanziaria di Anas nel 2023, i giudici contabili hanno rilevato un disavanzo di 69 milioni di euro sul bilancio 2023 causato dalla perdita di valore delle azioni di Stretto di Messina SpA (SdM).

In questo quadro, già di per sé complicato, sono innestati tre ricorsi presentati davanti ai giudici amministrativi; da ultimo quello delle associazioni ambientaliste (Legambiente, LIPU e WWF Italia) al TAR Lazio contro il parere favorevole con prescrizioni sulla riguardante il Ponte sullo Stretto di Messina.

Nel ricorso si evidenzia l’illogicità del parere rilasciato dalla Commissione VIA che presenta importanti carenze di analisi: la valutazione d’incidenza negativa pregiudica il parere positivo rilasciato, mentre le analisi e gli approfondimenti richiesti – in particolare su mitigazioni e compensazione – si sarebbero dovuti presentare già con il progetto definitivo, essendo irragionevole chiederli per il progetto esecutivo, dopo l’affidamento per la realizzazione dell’opera.

In attesa degli esiti dei ricorsi, nelle prossime settimane il CIPESS si riunirà per dare il via libera definitivo al progetto, consentendo così l’avvio della fase esecutiva. Il delicato equilibrio tra rispetto delle procedure e accelerazione dei lavori sarà la vera sfida del Governo per i prossimi mesi. Il legittimo dubbio che una semplificazione delle procedure possa aver messo in secondo piano esigenze di tutela ambientale e contenimento della spesa pubblica potrà essere risolto solo tra qualche mese.

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