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Uno sguardo al 5G: nuovi scenari post Covid-19

25 maggio 2020

CHIARA SCIUTO

Il 5G, acronimo di “5th generation”, è la nuova generazione di telefonia mobile, la quale rispetto alla generazione precedente, il 4G, comporta delle innovazioni davvero importanti; non si tratta più soltanto di navigare più velocemente con lo smartphone, che prima era lo scenario principale, ma ci sono altri tre importanti scenari di riferimento. Si parla di “enhanched mobile broadband”, del “massive machine type communication” e del “ultra reliable and law latency communications”.

Quanto alla prima funzione, il 5G permetterebbe velocità elevate con connessione a banda ultra larga; secondariamente realizzerebbe le c.d. comunicazioni massive, ossia si tratta della possibilità di poter connettere un elevato numero di dispositivi presenti in un’area ristretta, e quindi poter supportare un’elevata densità di dispositivi. Il terzo scenario consiste in una bassissima latenza, ossia tempi di reazione piccolissimi, praticamente real time, per i dispositivi connessi.

Il problema a monte è che il 5G da solo non basta se non è complementare a una infrastruttura di rete fissa avanzata; inoltre è anche necessario che la cultura digitale vada di pari passo con l’evoluzione tecnologica.

Avere una infrastruttura di rete avanzata per il 5G sul nostro territorio comporta in primis il problema del limite delle emissioni elettromagnetiche, relativamente alla potenza che le antenne possono emettere. Tali limiti sono imposti a tutela della salute, e ci sono standard internazionali di protezione che li definiscono. Questi standard sono stati recepiti da vari Paesi nel mondo, e parzialmente anche in Italia, dove sono previsti limiti di esposizione ai campi elettromagnetici ancora più restrittivi dei limiti internazionali, in quanto finalizzati ad una maggiore tutela della salute, in modo altamente precauzionale. L’approccio precauzionale adottato dalla normativa italiana sull’esposizione ai campi elettromagnetici, è fissato a 6 v/m (volt al metro), ed è paragonabile con i 40 v/m in media degli stati europei, e con i 60 v/m degli USA. Possiamo dire dunque di essere ben al di sotto della media europea. Questo comporta che per creare un’infrastruttura di rete 5G capillare, che possa garantire ottima copertura, sarebbe necessario un elevatissimo numero di antenne che gli operatori non possono permettersi.

Ci sono tanti altri aspetti da affrontare relativamente al 5G, come quello del Golden power. Si tratta in breve di limitazioni poste dall’esecutivo ai vari operatori, con l’obiettivo di tutelare la sicurezza nazionale, vista l’importanza strategica della rete 5G. Ma ciò su cui si sta maggiormente ponendo l’attenzione, ad oggi, sono le conseguenze che l’emergenza sanitaria data dal Covid-19 possano comportare sulla piena realizzazione dei piani predisposti ai fini dell’implementazione della banda ultra larga.

La diffusione del virus è certamente una grave minaccia per il paese e per tutta la società, che porta con sé il rischio di generare un impatto negativo sul Pil mondiale ancora da quantificare. E proprio per questo motivo le opportunità abilitate dal 5G, e più in generale dalla banda ultralarga, non devono e non possono essere sottovalutate: a maggiori livelli di connettività corrispondono e corrisponderanno elevati tassi di crescita dell’economia.

L’incredibile avanzamento delle nuove tecnologie e le straordinarie opportunità ad esse connesse, come lo sviluppo dei network, la connettività diffusa, le nuove applicazioni rese possibili da big data e intelligenza artificiale, possono giocare un ruolo strategico in questo momento storico. Tutto ciò impatterà sulle modalità di gestione del lavoro e delle relazioni. La banda ultra larga è una vera e propria opportunità, e le città devono essere pronte ad approfittarne.

L’Italia non deve perdere di vista le potenzialità delle infrastrutture telco e digitali. Infatti nonostante l’emergenza coronavirus bisogna andare avanti evitando un blocco istituzionale che rischia di minare i progetti sulle nuove reti, oggi più che mai indispensabili anche e soprattutto a sostegno della sanità. Per esempio, per quanto riguarda la telemedicina, ossia l’insieme di tecniche mediche e informatiche che permettono sostanzialmente la cura del paziente a distanza, la quale potrà essere realizzata proprio grazie al 5G e alla digitalizzazione del paese, si potrà far fronte alla crescente domanda di salute.

E proprio che in questo periodo, dovendo stare a casa, sembra che tutti si stiano rendendo conto di quanto le infrastrutture delle telecomunicazioni siano assolutamente insufficienti per svolgere tutte quelle attività smart, che ora sono fondamentali ma che anche post emergenza dovranno avere un ruolo nella nostra società; e come abbiamo detto, il primo passo, prima di poter parlare di 5G, è assicurarci di avere una infrastruttura di rete avanzata.

Per questo il Governo ha cercato di risolvere questo problema, e quindi all’interno del maxi decreto Cura Italia del 17 marzo, tra i 127 articoli ne è stato dedicato uno proprio alle telecomunicazioni : art 82 “misure destinate agli operatori che forniscono reti e servizi di comunicazioni elettroniche”. Dalla data di entrata in vigore del decreto, fino al 30 giugno 2020, al fine di far fronte alla crescita dei consumi dei servizi e del traffico sulle reti di telecomunicazioni, sono stati stabiliti 5 punti, in breve riassunti nella volontà di mettere gli operatori di telecomunicazioni e tutti gli attori della filiera delle comunicazioni elettroniche, nelle condizioni di intraprendere misure ed iniziative per potenziare le infrastrutture, garantire il funzionamento delle reti, e l’operatività e continuità dei servizi. Misure in concreto inviate all’Agcom, la quale con la circolare 20 marzo 2020, visto l’art 82 del Decreto c.d. “Cura Italia”, ha ritenuto necessario “adottare tempestive misure e iniziative atte a potenziare le infrastrutture di rete e a garantirne il funzionamento e l’operatività migliorandone la disponibilità, la capacità e la qualità”, e in particolare ha predisposto alcune misure dirette a Tim, e altre a tutti gli altri operatori.

Inoltre Agcom ha deciso di aprire quattro tavoli di discussione permanenti con gli operatori TLC, i quali cercheranno di andare ad individuare soluzioni per svariati ambiti delle TLC.

Nel concreto, tra i provvedimenti presi Agcom ha disposto la riduzione di costi della rete rame e fibra di TIM, azione che nelle previsioni dovrebbe facilitare lo sviluppo e l’attivazione di nuovi servizi soprattutto in fibra da parte di un maggior numero di operatori che decideranno di appoggiarsi proprio sulla rete Tim.

Ancora si garantisce il massimo impegno alla fornitura accelerata degli apparati di trasporto e di tutto ciò che è necessario per l’aumento di banda e per dar seguito all’apertura anticipata dei nuovi cabinet NGA (next generation access – nuovi accessi distribuiti sulla rete in fibra ottica), che permetteranno di fornire linee in fibra ottica FTTC o FTTH (fiber to the cabinet o fiber to the home);

Agcom ha richiesto agli operatori di fare uno sforzo in questo periodo per superare emergenza indicando anche qualche linea guida da seguire, come cercare di assicurare un aumento della velocità media delle reti fisse dei clienti di almeno 30%.

Forse riusciremo ad uscire da questo periodo emergenziale con la consapevolezza dell’importanza delle telecomunicazioni; il 5G o comunque, prima ancora, la crescita infrastrutturale, potrebbero essere l’inizio per uscire dalla crisi e per realizzare una crescita economica del paese.

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