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4. Il nuovo regolamento dei beni pubblici di Roma

03/10/2022

Il percorso iniziato quasi un anno fa per un nuovo regolamento dei beni pubblici sta volgendo a termine: nel mese di agosto è stata presentata in conferenza stampa la bozza di regolamento preparata dall’assessore Tobia Zevi.

Il lavoro portato avanti dal Comune è stato una puntuale risposta alle numerose sollecitazioni sia del Terzo Settore, sia delle stesse pubbliche amministrazioni romane, a partire dal dipartimento del patrimonio fino ad arrivare ai municipi.

La stessa scelta di presentare la proposta ad agosto è un chiaro segnale della volontà del Comune di modificare lo status quo il prima possibile.

Allo stato attuale, tutte le concessioni degli immobili pubblici sono scadute: i rapporti ancora attivi comportano alcune criticità che vanno a scontrarsi con una situazione già precaria. L’ultimo regolamento dei beni pubblici risale a circa 40 anni fa (Consiglio Comunale n. 5625/1983) e i vari tentativi di aggiornamento realizzati nel 1995 con la delibera 26 e nel 2015 con la delibera 140 hanno solo posto un’interruzione momentanea a rapporti ormai già patologici.

In particolare, la delibera 140 ha trasformato la dinamica tra Comune e assegnatario del bene in un rapporto quasi vendicativo che non si ispira più solo all’interesse pubblico perseguito, ma propone elementi economici insostenibili, tra i quali un esempio lampante è costituito dagli interessi delle more rapportati al canone intero e non a quello riconosciuto. 

Tra gli obiettivi del Sindaco Gualtieri e dell’Assessore Zevi vi era la volontà che

questo nuovo regolamento potesse essere il frutto di un dialogo tra il Comune (sia da parte della giunta che del Dipartimento Patrimonio) e le realtà territoriali. Il confronto scaturito da questo dialogo, cercato e voluto fin dall’inizio, dovrebbe permettere di realizzare una proposta che sia non solo supportabile dai tecnici della Pubblica amministrazione, ma anche tutelabile da parte di coloro che quelle stesse politiche le dovranno vivere come protagonisti.

I punti cardine del nuovo regolamento vertono sul riconoscimento del valore sociale dei progetti territoriali e sulla rilevanza di questi ultimi nell’ ambito delle politiche sociali attive.

Il regolamento prevede diverse modalità di assegnazione dei beni: partendo infatti dagli ormai noti strumenti presenti, tra cui bando pubblico e patti di collaborazione, si arriva alla possibilità d’istanza di parte per l’attivazione del procedimenti, la quale permette, soprattutto alle amministrazioni decentrate, di poter agire in modo più efficace nella collaborazione con i privati.

Inoltre, all’interno del regolamento sono presenti anche due nuovi istituti: il Comitato tecnico e il Forum. Il primo dovrebbe verificare la coerenza tra l’attività svolta e la concessione rilasciata, mentre il secondo rappresenterebbe un meccanismo di consultazione per programmare il futuro dei beni inutilizzati.

La composizione, le modalità di azione del Comitato tecnico e i criteri con i quali vengono individuati quali procedimenti devono essere applicati ad ogni singolo bene rimangono ancora poco limpidi: la bozza di regolamento segna sicuramente un cambio di visione sull’oggetto dei beni pubblici, ma il passo è per renderlo effettivo è ancora lontano.

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